PERCHE’ AYURVEDA

Nel 1976 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), inseriva la Medicina Ayurvedica nel suo programma “Salute per tutti entro il 2000”; non si trattava di un platonico omaggio a una delle più antiche scuole mediche dell’umanità, era invece un riconoscimento ufficiale della validità di una tradizione “curativa” che seppur non ignota in occidente, non vi ha mai goduto di un’adeguata considerazione.
Essa è una medicina antica e modernissima allo stesso tempo, perché prende in considerazione anche aspetti che noi scopriamo solo oggi come per esempio, l’ambiente, l’alimentazione e l’evoluzione dello Spirito del soggetto.

Trattamento della radice che causa la malattia

Nella medicina moderna si va a correggere il problema nella parte del corpo colpita, ma in Ayurveda si tratta di individuare la causa del problema per ogni singolo individuo, si tengono in considerazione diverse condizioni e stati d’animo del paziente, quindi oltre ad andare a trattare la parte fisica, si va ad analizzare anche la mente e l’anima, solo così si arriva alla radice che ha causato il problema.

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COS’É L’AYURVEDA.

La medicina tradizionale indiana, conosciuta col nome sanscrito di Ayurveda (“scienza della vita” o conoscenza della vita ), è uno dei sistemi curativi più antichi dell’umanità ed è tuttora diffusissima in India, dove viene insegnata nelle università e praticata comunemente anche negli ospedali, spesso in combinazione con più moderne tecniche terapeutiche.
L’Ayurveda è un sistema di cura globale dell’uomo, in cui il concetto di salute corrisponde a uno stato di completo benessere ed equilibrio fisico, mentale e spirituale, e di armonia con l’ambiente naturale. La malattia è vista come un’alterazione degli elementi e delle forze energetiche che compongono l’organismo umano e va curata riequilibrando tutto il sistema di vita del malato (alimentazione, igiene personale, abitudini di vita, comportamento), per rafforzarne le difese e risvegliare il suo potenziale di autoguarigione.
L’importanza fondamentale attribuita dall’Ayurveda alle pratiche di depurazione e purificazione, alle regole alimentari, ai massaggi, la rendono essenzialmente una medicina preventiva, sempre indirizzata al mantenimento dell’armonia psicofisica dell’individuo.

TIPOLOGIE

Ai tre dosha corrispondono tre tipologie umane, con specifiche caratteristiche fisiche e psicologiche.

Il tipo Vata è un individuo sottile, magro, freddoloso, con carnagione scura od olivastra, pelle secca, capelli e denti fragili, sonno irregolare, scarsa sudorazione; emotivo e ansioso, è impulsivo, irritabile, loquace e soggetto a sbalzi d’umore; è predisposto a dolori nella zona lombare, artriti, sciatiche, nevralgie.

II tipo Pitta è caratterizzato da una corporatura media e proporzionata, capelli chiari, sottili e delicati con tendenza a caduta e ingrigimento precoce, sudorazione abbondante,  grande appetito; coraggioso, intelligente e aggressivo, va soggetto ad accessi di collera; è predisposto a disturbi biliari, ulcera peptica, gastriti, malattie infiammatorie.

Il tipo Kapha è generalmente robusto, con ossatura grande e tendenza a ingrassare; la pelle è liscia e oleosa, i capelli folti, l’appetito normale. Sono persone calme, tolleranti, equilibrate, pazienti, sicure di sé; vanno facilmente soggette ad angine, sinusiti, bronchiti, disturbi respiratori.

PER MANTENERSI IN SALUTE

I tre dosha sono influenzati da tutte le variazioni ambientali, come i cambiamenti delle stagioni e gli sbalzi climatici, ai quali bisogna adattare l’alimentazione e le abitudini. Ma i fattori più importanti per il mantenimento della salute fisica e mentale sono indubbiamente le regole di vita, che devono essere il più possibile sane ed equilibrate.
Grande importanza viene attribuita alla regolarità del sonno, a un moderato esercizio fisico, al controllo delle emozioni, che, se negative (come odio, rabbia, invidia, rancore), possono determinare l’insorgere di malattie. L’Ayurveda stabilisce precise pratiche giornaliere di pulizia e purificazione corporea; prescrive inoltre docce, bagni con aromi profumati, e specialmente massaggi con oli vegetali.
Il massaggio, in particolare, costituisce da solo una vera e propria forma di terapia, per ritardare l’invecchiamento e mantenere in efficienza tutto l’organismo.

LA TEORIA DEI TRIDOSHA

La teoria dei dosha è basilare per la concezione ayurvedica, anche se si tratta di concetti molto lontani dalla cultura occidentale: il dosha, infatti, non è un elemento visibile e materiale, ma può essere considerato come un’energia vitale che presiede a determinate funzioni dell’organismo e ne governa la chimica e la fisiologia.
I tridosha, Vata (detto anche Vayu), Pitta e Kapha, sono alla base di tutte le funzioni biologiche, psicologiche e fisiopatologiche del corpo, dello spirito e della coscienza (Lad, 1987); essi sono presenti in ogni cellula dell’organismo umano, ma prevalgono in zone particolari: Vayu nella parte inferiore del corpo, al di sotto dell’ombelico; Pitta tra l’ombelico e il cuore; Kapha nella parte superiore. Vata è la combinazione dei due elementi dell’universo chiamati etere e aria, Pitta di fuoco e terra, il Kapha di acqua e terra; quando questi elementi si trovano in equilibrio e interagiscono armoniosamente, garantiscono la salute e il benessere dell’intero organismo, ma quando tra loro si determina uno squilibrio, si manifesterà una malattia fisica o psichica.
In ogni individuo, al momento della nascita, prevale un dosha, che sarà il suo elemento predominante per tutta la vita; vi sono dunque persone tipicamente Vata, Pitta o Kapha, ma anche molti soggetti a costituzione mista, che mescolano le caratteristiche di due dosha. Ogni tipologia differisce per caratteristiche fisiche, psicologiche, comportamentali, necessita di una dieta particolare e risponde alla medicina in maniera specifica: infatti una sostanza indicata per una costituzione può rivelarsi inefficace per un’altra.

LE CURE AYURVEDICHE

Secondo l’Ayurveda, l’uomo possiede dentro di sé la più ricca delle farmacie, capace di produrre tutte le sostanze necessarie al mantenimento della salute e alla guarigione delle malattie: il medico cercherà, per quanto possibile, di risvegliare il potenziale di autoguarigione presente in ogni individuo.
Le cure ayurvediche si svolgono generalmente attraverso due fasi: dapprima si purifica l’organismo, tramite una serie di particolari trattamenti igienici e di rigenerazione (soltanto se il corpo è perfettamente depurato, infatti, potranno avere effetto i medicamenti); in seguito si rimettono in moto le funzioni carenti per mezzo di farmaci, integratori alimentari, regole dietetiche e di comportamento.
Per purificare il corpo da ogni tossina ed eliminare i dosha in eccesso viene applicato un procedimento chiamato panchakarma, che consiste in una sequenza di trattamenti, come assunzione di emetici per provocare il vomito, di lassativi, enteroclismi, inalazioni e salassi (solo in clinica), oltre ad applicazione di oli per via interna ed esterna, saune e massaggi. Si tratta evidentemente di un processo terapeutico piuttosto forte e impegnativo, non adatto a persone deboli, bambini o anziani, per i quali sono previste modalità di purificazione molto più leggere.
Una volta che l’organismo del paziente è stato ripulito, il medico procederà alla somministrazione di farmaci ayurvedici, che consistono in un’infinità di rimedi vegetali, minerali e animali, di una dieta personalizzata, eventualmente arricchita da integratori alimentari; di regole di igiene personale e di stile di vita, che spesso comprendono tecniche di rilassamento, meditazione, pratica dello Yoga.